PARTECIPAZIONE “TRENO DELLA MEMORIA”: I NOSTRI STUDENTI RACCONTANO!
“Un viaggio pieno di emozioni” quello vissuto da alcuni studenti della VA del Liceo Classico e della V D del Liceo Linguistico, dal 27 gennaio al 2 febbraio 2025.
In occasione della “Giornata della Memoria”, grazie alla possibilità offerta dal Comune di Trebisacce, in collaborazione con l’Associazione “Treno della Memoria”, tre studentesse e due studenti del Polo liceale di Trebisacce, guidato dalla Dirigente Elisabetta D’Elia, sono partiti per un viaggio educativo che li ha portati a visitare i luoghi simbolo della Shoah: la città di 𝗖𝗿𝗮𝗰𝗼𝘃𝗶𝗮 ed in particolare il ghetto ebraico, la fabbrica di Schindler e i campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
Questo viaggio ha avuto lo scopo di tramandare il ricordo delle atrocità dell’Olocausto e sensibilizzare i giovani affinché simili atrocità non accadano più.
La prima giornata, dopo l’arrivo a 𝗖𝗿𝗮𝗰𝗼𝘃𝗶𝗮, è stata di conoscenza della città vecchia, ricca di storia, ricordi e sofferenze. Visitando il ghetto di Cracovia, tante le notizie apprese ed emozionanti le storie di uomini e donne che hanno rischiato la propria vita per salvare quella degli altri, come, ad esempio, quella di Tadeusz Pankiewicz, un farmacista polacco attivo nel ghetto di Cracovia.
Con l’occupazione nazista della Polonia, il quartiere di Podgórze fu delimitato e adibito a ghetto ebraico. Quattro preesistenti farmacie non ebraiche erano incluse entro le mura, e Pankiewicz fu l’unico a rifiutare l’offerta tedesca di trasferirsi nella zona gentile della città. Gli fu dato allora il permesso di continuare a gestire l’esercizio e risiedere nei suoi locali, e ai dipendenti quello di entrare e uscire dal ghetto per lavoro. Pankiewicz donò medicine gratuitamente agli ebrei, migliorando lievemente le condizioni del ghetto e, inoltre, cercò di far scappare attraverso passaporti falsi molti ebrei.
All’interno di una casa del ghetto potevano abitare più di una famiglia, famiglie che non si conoscevano e che non parlavano neanche la stessa lingua, e ciò costituiva un vantaggio per i tedeschi, che in tal modo impedivano rivolte all’interno del ghetto, poiché le persone, non riuscendo a comunicare, non riuscivano a comprendere se fossero circondati da amici o nemici.
All’interno del museo gli studenti hanno avuto modo di apprendere la storia e il cambiamento della città di Cracovia nel tempo.
Importante e significativa è stata la visita alla fabbrica di Schindler, di cui oggi non resta assolutamente nulla, se non solo la parte amministrativa.
L’imprenditore tedesco, Oskar Schindler, salvò durante la seconda guerra mondiale circa 1.100 ebrei dallo sterminio, con il pretesto di impiegarli come personale necessario allo sforzo bellico presso la propria fabbrica.
Ultima tappa del viaggio sono stati i campi di Auschwitz-Birkenau, distanti da Cracovia 70 Km.
“E’ impossibile descrivere le sensazioni provate nel camminare sulle ceneri di milioni di persone. Abbiamo conosciuto l’inferno sulla terra.”, così si esprime una studentessa della 5 A LC.
All’ingresso si legge la scritta “ARBEIT MACHT FREI” ovvero “Il lavoro rende liberi”, ma niente di più falso dal momento che quelli non sarebbero mai stati solo campi di lavoro, ma campi di sterminio.
Oggi, quando si pensa a questi posti, immaginiamo immediatamente i forni e le camere a gas, ma in realtà Auschwitz-Birkenau non è solo quello. La vita lì era dura non solo per il freddo e la scarsità di cibo, i detenuti venivano torturati, usati come cavie per folli esperimenti. L’utilizzo del gas per uccidere le persone non fu introdotto subito, ma fu usato successivamente dopo vari esperimenti.
Molti sopravvissuti raccontano che morire con il gas era atroce, i primi 2-3 minuti erano terribili, usciva sangue dal naso e dalle orecchie e poi lentamente si cessava di vivere. Ancor peggiore la sorte delle cavie usate per testare il gas. I prigionieri venivano rinchiusi in celle sottoterra, senza cibo né acqua, dove venivano gettate piccolissime quantità di gas; la morte non avveniva in pochi minuti, ma dopo giorni di agonia incessante.
“Osservando gli oggetti di tutte le vittime, ma soprattutto tonnellate di capelli, sono rimasta senza parole non so per quanto tempo. Avevo i brividi, camminavo, guardavo e pensavo. Sulle valigie c’erano i nomi degli ebrei arrivati ad Auschwitz con la speranza di vivere, di tornare nelle proprie case; speranza che è durata pochi giorni, nel migliore dei casi poche settimane. Per me è stato terrificante pensare che ogni singolo oggetto rappresenti una vita innocente volata via, come una leggera e secca foglia. A Birkenau tutto è rimasto come allora, l’Entrata della morte in cui arrivava il treno, le baracche di legno con i letti a castello, le macerie delle camere a gas. Questo è stato il posto più crudo per me , la neve ricopriva tutto l’orizzonte, la fine del binario non si vedeva, mi è sembrata la metafora di come quelle persone erano ignare del loro destino, di quello che le aspettava. Bisogna andare avanti, ma ricordare.
Io credo che vedere una parte della storia sui libri non sia mai toccante quanto vederla con i propri occhi. È un’esperienza che cambia il tuo modo di vedere le cose, che ti apre gli occhi, ti fa riflettere e venire i brividi. È un mix di emozioni, paura, agitazione, curiosità, tristezza. Tutte cose che viste dal vivo fanno tutt’altro effetto che sentite raccontate in classe, durante le lezioni. Ho vissuto questa esperienza per non dimenticare ed è quello che faccio e che continuerò a fare.” – asserisce una studentessa della 5 A LC.
Perché tutto questo e tanti altri gli interrogativi che gli studenti si sono posti nel corso di un’esperienza che li ha cambiati per sempre.
«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre».(Primo Levi)
Si ringraziano il Comune di Trebisacce, il Sindaco Avv. Franco Mundo e la Consigliera delegata all’Istruzione Prof.ssa Fatima Ruggio, per aver offerto agli studenti l’importante opportunità di partecipare ad un significativo viaggio nella storia e nella memoria.
Gli studenti del Polo Liceale “G. Galilei”
Staff